mercoledì 6 marzo 2019

La maschera di erato

Questa è la trama dell’operetta che andremo a vedere a Torino...
Tratta dal libretto che l’ attrice che è  venuta a trovarci ci ha letto e fatto drammatizzare.


PROGETTO DIDEROT 2019 
LA MASCHERA DI ERATO 
Opera show Scritta e diretta da Mario Acampa
Libretto per le scuole a cura di Diego Mingolla

La maschera di Erato ci racconta le avventure di Thalia: una ragazza adolescente appassionata di rap e trap e in cerca della sua strada nella vita. Thalia decide di rispondere a questa strana offerta di lavoro per mostrare agli altri e a se stessa il proprio valore: vuole diventare una Vestale pur essendo umana. 
Appena arrivata alle porte del tempio sul monte Elicona incontra Erato, una delle nove divinità dell’arte, niente di meno che il dio della poesia amorosa, con il volto metà umano e metà maschera d’oro. 
L’incontro tra i due in verità non è propriamente amichevole: inizialmente Thalia è letteralmente terrorizzata alla vista di quella bizzarra creatura!
Erato, da parte sua, non gradisce la presenza della giovane umana, troppo esuberante e indisciplinata, che sembra divertirsi un mondo a prenderlo in giro per via del suo aspetto insolito.
Il battibecco tra Thalia e Erato attira l’attenzione delle divinità di Elicona e così Thalia incontra nell’ordine altre quattro delle nove Muse dell’arte: Euterpe (“colui che rallegra”), Melpomene (musa della Tragedia), Tersi (musa della danza) e Uranio (“colui che è celeste”). Inutile dire che Thalia col suo modo di fare così lontano da un’educazione “divina” non riceve nessun complimento dai padroni di casa. 
Anzi! 
Euterpe la congeda con un freddo  “Le faremo sapere”; Melpomene (che è sempre un po’ tragica nei modi) le urla “Ragazzina dovrei farti rinchiudere per tentato omicidio divino!”; Uranio le dice “Ci dispiace mia cara ma tu non puoi essere una Vestale” (ma almeno lo fa educatamente, con i suoi soliti modi celestiali...); e persino Tersi, che aveva dimostrato un po’ di curiosità e di simpatia per quella giovane umana, si lascia scappare un “Ci sono cose che gli umani non potranno mai fare”. 
Al posto di Thalia penso che molti avrebbero abbandonato di corsa Elicona e sarebbero tornati a casa sfogando la propria delusione sui social o guardando in streaming per l’ennesima volta l’ultima stagione della serie preferita, ma la nostra protagonista ha un carattere forte e non si perde d’animo. Thalia sa benissimo che, a prima vista, non possiede proprio tutte le caratteristiche per questo ruolo, ma non accetta in nessun modo di essere esclusa e discriminata senza ricevere almeno una possibilità di dimostrare quello che sa fare! 
Così insiste e si dice pronta ad accettare qualsiasi sfida pur di diventare una Vestale. 
Gli dei a quel punto decidono di darle una possibilità e preparano una prova quasi impossibile da superare: sopportare il dono dell’empatia, ovvero sentire i sentimenti di chi gli sta intorno. 
Da quel momento in poi la mente di Thalia può percepire soltanto le sofferenze di chi le sta vicino, non più un pensiero per se stessa nè il minimo cenno di egoismo. 
In cosa consiste la prova? 
Semplice: gli dei trasferiscono la maschera d’oro dal volto di Erato al volto di Thalia per farle comprendere cosa significhi vivere circondati da giudizi discriminatori. 
Dichiarata aperta la sfida, le divinità si ritirano dal monte Elicona lasciandolo avvolto in una nube di sonno e Thalia ed Erato si ritrovano soli, uno accanto all’altro, come risvegliati da un incubo, prendendo coscienza della loro nuova condizione, guardando l’uno verso l’altra: la maschera ha cambiato ospite, ora quella “diversa” è Thalia e per lei sarà davvero doloroso mettersi fino in fondo nei panni degli altri. 
Ma il dolore, soprattutto quando è condiviso, si trasforma in esperienza, l’esperienza in rinascita, la rinascita in vita. 
Grazie a questa prova, Erato e Thalia imparano poco a poco a leggere le emozioni l’uno dell’altra, a comprendersi, a conoscersi ed a scoprirsi sorprendentemente simili. 
Le divinità, soddisfatte dell’esito della prova, danno ai due giovani la libertà di scegliere se tenere la maschera oppure no e, con gran sorpresa, Erato decide di 10 indossarla nuovamente, consapevole dell’importanza di essere se stessi, mentre Thalia comprende il valore delle parole e della compassione. 
Da quel momento i due giovani vedranno nella maschera il simbolo della loro amicizia e del ricordo dell’avventura che per sempre ha cambiato le loro vite. Il lieto fine è dietro l’angolo... 
Ma non voglio più raccontarvi nulla: godetevi lo spettacolo in teatro!